Un po' di culo, ammettiamolo: lo stellone granata brilla come non faceva da lustri, e se poi in campo c'è pure uno come Stellone, le cose vanno ancora meglio. Con la Triestina il Toro gioca con sufficienza, un po' come il gatto con il topo, senza dare mai via ad un gioco corale, affidandosi per lo più a virtuosismi a due o tre voci, e a qualche assolo di troppo.
E in occasione di uno di questi, una possibile stecca lascia due giuliani (Tulli e Groppi) davanti a Taibi, che invece di capitolare recupera due volte i loro tiri, da campione qual è, e nel contropiede Rosina smista per Edusei, ma quando il cross da destra viene intercettato goffamente da un difensore, Muzzi non si fa pregare due volte e la piazza dentro.
Non è una gran partita, giocata più a centrocampo, come detto. Stellone mi pare lento, gioca quasi da fermo, ma c'è: il raddoppio nasce da una sua furbizia. Batte lesto lesto una punizione, lanciando Rosina nel cuore dell'area alabardata: il tocco della formica atomica pare finire sul palo più lontano, e invece lo accarezza soltanto, terminando la sua corsa in fondo al sacco.
Non c'è Toro senza sofferenza, e la sofferenza di una partita assistita al gelo (2°) con persino la nebbia che gl'irti spalti minacciando scendeva, viene accentuata da un'inaspettata ingenuità difensiva: nata da un calcio d'angolo, sviluppata da un pallone nell'area piccola, ingigantita dalle belle statuine e concretizzatasi in una testa (quella di Tulli) che quel pallone lo raccoglie e lo infila.
Quindici minuti di gelo, anzi venti, giacché non sia mai che ci si scordi di recuperare qualcosina vista che la bella giornata invoglia a stare all'aria aperta: il triplice fischio e la corsa della truppa verso la Curva Maratona, oggi in sciopero per 15' contro gli arresti di 18 ultràs per i "fatti" del 25 agosto (basti dire, anche se non è attenuante, che fu quando Giovannone impazzava: magari con qualche a di troppo).
Così si chiude una partita, così si festeggia il 99mo compleanno del Toro (che fu), così s'aprono le celebrazioni verso il Centenario. Tanti auguri TORO!
E in occasione di uno di questi, una possibile stecca lascia due giuliani (Tulli e Groppi) davanti a Taibi, che invece di capitolare recupera due volte i loro tiri, da campione qual è, e nel contropiede Rosina smista per Edusei, ma quando il cross da destra viene intercettato goffamente da un difensore, Muzzi non si fa pregare due volte e la piazza dentro.
Non è una gran partita, giocata più a centrocampo, come detto. Stellone mi pare lento, gioca quasi da fermo, ma c'è: il raddoppio nasce da una sua furbizia. Batte lesto lesto una punizione, lanciando Rosina nel cuore dell'area alabardata: il tocco della formica atomica pare finire sul palo più lontano, e invece lo accarezza soltanto, terminando la sua corsa in fondo al sacco.
Non c'è Toro senza sofferenza, e la sofferenza di una partita assistita al gelo (2°) con persino la nebbia che gl'irti spalti minacciando scendeva, viene accentuata da un'inaspettata ingenuità difensiva: nata da un calcio d'angolo, sviluppata da un pallone nell'area piccola, ingigantita dalle belle statuine e concretizzatasi in una testa (quella di Tulli) che quel pallone lo raccoglie e lo infila.
Quindici minuti di gelo, anzi venti, giacché non sia mai che ci si scordi di recuperare qualcosina vista che la bella giornata invoglia a stare all'aria aperta: il triplice fischio e la corsa della truppa verso la Curva Maratona, oggi in sciopero per 15' contro gli arresti di 18 ultràs per i "fatti" del 25 agosto (basti dire, anche se non è attenuante, che fu quando Giovannone impazzava: magari con qualche a di troppo).
Così si chiude una partita, così si festeggia il 99mo compleanno del Toro (che fu), così s'aprono le celebrazioni verso il Centenario. Tanti auguri TORO!
Nessun commento:
Posta un commento