Questa notizia in un certo senso conferma quel che han sempre saputo gli "homeless": nella monnezza c'è la ricchezza.
D'ora in poi sarà così anche per l'ambiente: in Germania sta per entrare in funzione la prima fabbrica in grado di produrre un nuovo combustibile per autotrazione, fratello del biodiesel, chiamato BTL (biomass to liquid).
La novità, rispetto al biodiesel tradizionale, è che ora è possibile convertire qualsiasi tipo di biomassa: non solo frutta, o olio di semi (colza, girasole), ma anche dal cosiddetto "umido", ovvero i comuni rifiuti di cucina come insalata, bucce, resti di ortaggi vari, ma anche le stoppie del grano, o dal truciolame di scato dalla lavorazione del legno.
Il procedimento produttivo avviene in due fasi: nella prima si bruciano i resti organici, filtrando i gas e le sostanze minerali eccedenti o indesiderate (zolfo, azoto, minerali pesanti); il gas ricavato è una miscela di idrogeno e carbonio. Questa miscela viene combinata in catene di idrocarburi come i combustibili fossili attraverso un processo di catalizzazione inventata 80 anni fa e nota come "Sintesi di Fischer-Tropsch", dal nome di due ingegneri tedeschi.
Affinché il procedimento possa sviluppare al massimo la sua convenienza occorre che i siti produttivi non distino più di 60 Km dalle fabbriche di conversione. E' anche allo studio un sistema per liquefare la biomassa in maniera da poterla trasportare più agevolmente.
Se la tecnologia dovesse svilupparsi, si avrebbero notevoli vantaggi in termini di riduzione dell'inquinameno e della dipendenza dal petrolio.
Fonte:
Repubblica
D'ora in poi sarà così anche per l'ambiente: in Germania sta per entrare in funzione la prima fabbrica in grado di produrre un nuovo combustibile per autotrazione, fratello del biodiesel, chiamato BTL (biomass to liquid).
La novità, rispetto al biodiesel tradizionale, è che ora è possibile convertire qualsiasi tipo di biomassa: non solo frutta, o olio di semi (colza, girasole), ma anche dal cosiddetto "umido", ovvero i comuni rifiuti di cucina come insalata, bucce, resti di ortaggi vari, ma anche le stoppie del grano, o dal truciolame di scato dalla lavorazione del legno.
Il procedimento produttivo avviene in due fasi: nella prima si bruciano i resti organici, filtrando i gas e le sostanze minerali eccedenti o indesiderate (zolfo, azoto, minerali pesanti); il gas ricavato è una miscela di idrogeno e carbonio. Questa miscela viene combinata in catene di idrocarburi come i combustibili fossili attraverso un processo di catalizzazione inventata 80 anni fa e nota come "Sintesi di Fischer-Tropsch", dal nome di due ingegneri tedeschi.
Affinché il procedimento possa sviluppare al massimo la sua convenienza occorre che i siti produttivi non distino più di 60 Km dalle fabbriche di conversione. E' anche allo studio un sistema per liquefare la biomassa in maniera da poterla trasportare più agevolmente.
Se la tecnologia dovesse svilupparsi, si avrebbero notevoli vantaggi in termini di riduzione dell'inquinameno e della dipendenza dal petrolio.
Fonte:
Repubblica
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